

La chiesa, il cui aspetto odierno è frutto di diversi rimaneggiamenti e ampliamenti susseguitisi nel corso dei secoli, troneggia in posizione isolata su un terrazzo panoramico con ampia vista verso il Pian Scairolo.
Il campanile neoromanico, distinto dalla chiesa e in posizione più elevata, è stato progettato da Costantino Maselli e costruito da Costantino Papa nel 1883. Importanti lavori di restauro sono stati eseguiti nel 1966, mentre nel 1985 è stato completamente sostituito il tetto e posato un parafulmine.
L’interno si presenta a pianta longitudinale, a navata unica orientata e ricoperta da una volta a botte che culmina in un coro suddiviso in due campate con volta a vela e abside rettangolare. Un arco trionfale separa il presbiterio dalla navata e dalle due cappelle laterali sottolineate all’entrata da due pilastri che sostengono un arco a tutto sesto. Raffinati stucchi e pregiati affreschi, prevalentemente sei-settecenteschi, adornano il complesso.
Le pareti del presbiterio sono decorate con due episodi della Passione di Cristo, di artista ignoto, databili a inizio Seicento. Su quella Nord rimane un frammento di un’Ultima cena, mentre su quella Sud è rappresentata la scena dell’Orazione nell’Orto di Getsemani, resa molto lacunosa a seguito dei lavori realizzati nel corso del Settecento.
In quest’ambiente è pure presente una pala d’altare in stucco che ritrae Sant’Ambrogio, patrono della chiesa, nel momento dell’elezione a vescovo.
Nella volta della navata spicca la maestosa rappresentazione di Sant’Ambrogio che battezza Sant’Agostino realizzata negli anni Trenta del secolo scorso.
Sopra l’entrata della cappella del battistero è appeso un dipinto dell’artista Giovanni Gasparro, esponente di spicco dell’arte sacra contemporanea, dedicato a Santa Monica, madre di Sant’Agostino.
La cappella della Madonna del Rosario ospita una scultura lignea devozionale sei-settecentesca che ritrae Maria con il Bambino colta nell’atto di porgere il rosario ai fedeli. I dipinti murali della volta sono attribuiti ai cugini Giacomo (1620-1667) e Andrea Casella (1619-ante 1672) da Carona.
La cappella di fronte, rimaneggiata più volte, è dedicata a Sant’Antonio di Padova.
(Testo a cura di Louise Dalmas)


